In un tempo di grandi restrizioni delle libertà fondamentali (per la salvaguardia della nostra vita e di quella degli altri) a causa della pandemia, il Signore ci conduce per i suoi sentieri. E’ un tempo di grazia quello che a partire da questa sera, con i Primi Vespri della Domenica delle Palme, inizia. Tutto è grazia come afferma il “Curato di Campagna” protagonista del famoso romanzo di Bernanòs.  Siamo chiamati a viverlo, spogliati dalle tante ansie, preoccupazioni, ma anche soddisfazioni, che negli anni scorsi abbiamo vissuto. Certamente tutto buono e importante di quanto potevamo programmare o almeno desiderare, forse; ma anche con il rischio di non scorgere  ciò che è veramente prezioso: che cosa fa Dio per noi, nella sua fedeltà. E allora ci pensa Lui. Tutto concorre al bene di coloro che amano Dio ci ricorda San Paolo.

Preparandoci a vivere la  Settimana santa, innanzitutto possiamo cercare di individuare gli aspetti che abbiamo ricevuto: sobrietà, essenzialità, relazioni? Forse non come li pensiamo o vogliamo noi, ma come ci vuole aiutare a viverli Dio.  Non voglio approfondirli ma lascio ad ognuno di ritornarci. Lo Spirito di Dio parla al cuore di ciascuno, secondo quell’unicum che ci caratterizza. Ma che poi diventa ricchezza per tutti se fatto fiorire.

Entriamo nei giorni più speciali dell’Anno liturgico che formano la così detta Settimana santa. Giorno per giorno seguiremo il Signore, facendoci accompagnare dai personaggi, dalle situazioni, dagli eventi. Ma soprattutto dalla Parola di Dio. Sono giorni in cui il deserto fiorisce, dove nei chiari/ oscuri del dramma dei cuori si consumano infedeltà e tradimento. Ma dove c’è posto per la tenerezza, l’accoglienza di Colui che è incamminato verso il pieno dono di sé. Appunto: l’Amore donato fino al compimento, che richiede una ferma decisione di andare verso Gerusalemme. Ogni giorno di questa settimana assume una tonalità specifica, donandoci la grazia di entrare dentro il Mistero della Pasqua di Cristo.

La Settimana santa inizia come con un grande portale: ci introduce alla Domenica delle Palme. Il Rosso dei paramenti, il verde dei rami di ulivo e delle palme, ci dicono che sta iniziando una festa. Una festa speciale: il Signore che entra trionfante e passa in mezzo al suo popolo per divenire il suo re, il nostro re. Una regalità che acquisterà passando per la sua passione, morte e risurrezione.  Accogliamolo con gioia, e prepariamoci a fare già sintesi di ciò che celebreremo durante il Triduo pasquale, con l’ascolto attento e amoroso della proclamazione della Passione di Gesù secondo il Vangelo di Matteo. Vorrei sottolineare solo una cosa. Nella processione di ingresso di questa Celebrazione il sacerdote, essendo segno della presenza di Cristo capo, precede tutti. Avviene durante l’Anno liturgico solamente: nella Festa della Presentazione al Tempio (o Candelora) e nella Veglia Pasquale. La Comunità che celebra si mette sulle orme del suo Signore e Maestro per vivere il suo discepolato. In Gesù e per Gesù, ora – grazie al dono dello Spirito – può ripercorrere lo stesso percorso spirituale per diventare capace di fedeltà al progetto del Padre nel donarsi per il bene dei fratelli. Come, dove e quando vuole Lui nella quotidianità della propria esistenza.

Vi lascio all’ascolto di questo canto che ci può accompagnare a riscoprire, in modo nuovo, la regalità di Cristo Gesù in noi.