Questa giornata, formalmente, nasce nel 1978 con lo scopo di: “educare all’accoglienza della vita e di combattere l’aborto ed ogni forma di violenza esistente nella società contemporanea”.
Nasce per iniziativa della CEI (Conferenza episcopale italiana), come espressione dei Pastori italiani che vogliono educare al rispetto della vita. La Chiesa, infatti, possiede la coscienza del valore della vita come patrimonio desunto dal “deposito della fede”, e l’istituzione di questa giornata nasce all’indomani dell’approvazione della legge 194, il 18 maggio del 1978 e la sua entrata in vigore il 22, dal titolo dal contenuto mortifero pur se apparentemente accattivante: Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza.
Il Messaggio dei Vescovi italiani sottolinea che “la gioia che il Vangelo della vita può testimoniare al mondo, è dono di Dio e compito affidato all’uomo”. Pertanto si legge nel Messaggio che “punto iniziale per testimoniare il Vangelo della vita e della gioia è vivere con cuore grato la fatica dell’esistenza umana, senza ingenuità né illusorie autoreferenzialità”.
Pertanto, concludono i Vescovi, “la Chiesa intera e in essa le famiglie cristiane, che hanno appreso il lessico nuovo della relazione evangelica e fatto proprie le parole dell’accoglienza della vita, della gratuità e della generosità, del perdono reciproco e della misericordia, guardano alla gioia degli uomini perché il loro compito è annunciare la buona notizia, il Vangelo”.