Raramente Gesù risponde ad una domanda dei suoi interlocutori, soprattutto se non sono i suoi discepoli, ancor di più se sono i suoi nemici come scribi e farisei. Quasi sempre il Signore risponde con un altra domanda. Lo fa per provocare la riflessione di chi lo interroga.

E’ così anche questa volta: E’ lecito ripudiare la propria moglie? 

Gesù potrebbe direttamente rispondere, come ha fatto dopo,  quanto Dio vuole ed è scritto nel libro della Genesi, eppure risponde interrogandoli su cosa avesse prescritto Mosè, cioè quello che per loro era un grande padre nella fede, ma soprattutto va proprio nella direzione in cui vogliono portarlo i farisei per farlo cadere in trappola. 

La loro scontata e inevitabile risposta, Mosè ha detto di scriverle l’atto di ripudio, permette a Gesù di far sapere da un lato che Lui conosce perfettamente la Legge e dall’altro di provare a suscitare loro un esame di coscienza dicendogli che hanno un cuore duro perché, dal principio, Dio stesso, quindi ben superiore all’autorità di Mosè, ha deciso che fossero una carne sola quindi inscindibile e pertanto senza possibilità di ripudio.

Un cuore duro che porta i farisei a fare domande non per comprendere meglio, per crescere nella verità, ma per incastrarlo, per cattiveria.

Attenzioni, fratelli e sorelle, a indurire il nostro cuore, non giova a nulla.

Piuttosto poniamoci con umiltà alla scuola di Gesù e facciamo Lui tutte le domande che albergano nel nostro cuore essendo pronti a profondi esami di coscienza che le sue risposte/domande ci provocheranno.