Da sempre si diventa cristiani perché qualcuno ci “introduce” al Signore. I nonni, i genitori, un amico, un prete, un professore, un conoscente…c’è sempre qualcuno nella vita di un cristiano che è stato il primo collegamento con la nostra conversione.

Quello che leggiamo nel Vangelo di oggi è proprio l’archetipo del movimento che avviene nell’incontro del Signore: a partire da un nostro desiderio, qualcuno – Filippo – ci porta, in tempi e per strade più o meno lunghe, verso la Chiesa, Filippo ed Andrea assieme – e questa attraverso i mezzi che Dio le ha fornito, permette che si celebri l’incontro con Cristo.

Quello che avviene dopo è la glorificazione del Figlio attraverso la Croce; Croce personale, con tutti i problemi che ciascuno di noi può avere, Croce comunitaria, quelle che gli altri ti caricano addosso. Spesso anche dentro la Chiesa, tra le mura della parrocchia, attraverso i fratelli e le sorelle in Cristo;

La risposta di tanti, allora, è l’abbandono della Chiesa. Ma allora significa che non si è capito cosa significa essere cristiani. Tanti altri, invece, continuano il cammino assieme al Signore verso la Gerusalemme testimone della morte e Risurrezione del Cristo.

Non lasciamoci scoraggiare. Non cediamo. La glorificazione deve prima passare per la passione.

Tutto questo ce lo racconta il Vangelo di oggi.